Per quanto riguarda l’operato dei tessitori, si può dire che mentre dalle epoche più antiche i telai utilizzati nella lavorazione dei filati, si sono evoluti e trasformati, quasi nessuna variazione si è verificata nelle tecniche di tessitura vera e propria. Per la realizzazione di un tessuto, infatti, gli strumenti da utilizzare sono pochi e molto semplici.
L’operazione di un tessitura vera e propria consiste nell’intrecciare l’ordito, fili posizionati parallelamente, montato su un telaio, con la trama (fili perpendicolari all’ordito).
Per facilitare l’intreccio tra trama ed ordito, l’artigiano utilizza uno strumento che viene chiamato spola o navetta.
L’intreccio più semplice che è possibile realizzare permette di ottenere la tela. L’evoluzione del telaio nel corso dei secoli è stata caratterizzata dal desiderio dell’uomo di accelerare e semplificare l proprio lavoro. Sono così nati i telai automatici che hanno risolto il problema legato alla produzione di oggetti necessari, ma hanno penalizzato il lavoro creativo degli artigiani. Tuttavia, l’artigiano può far emergere il proprio talento artistico utilizzando la macchina come semplice strumento della propria esperienza e professionalità, che gli consentono di produrre comunque manufatti inimitabili. Infatti, con la lavorazione artigianale a telaio, numerosissimi sono i prodotti che si possono realizzare, ognuno dei quali è un pezzo unico che riunisce in sé la creatività e la fantasia di chi, con abilità, intreccia fili di mille colori.
Tipici esempi di tessitura sono le varie stuoie tessute a mano prevalentemente in India, che oggi incontrano il favore del pubblico.
I tappeti si dividono in due grandi famiglie: fatti a macchina e fatti a mano.
TAPPETI FATTI A MACCHINA:
Tessitura Wilton: la più diffusa forma di tessitura di tappeti, consiste in un sistema meccanico che inserisce a telaio i seguenti elementi:
- ordito di legatura nel senso di tessitura del tappeto (in genere la lunghezza) di solito in cotone o cotone/viscosa
- trama, in genere di juta, sulla quale o vengono inseriti i fili di velluto che compongono la felpa o strato di usura dei tappeti. Sovente si usa una seconda trama detta di imbottitura per rendere il tappeto più corposo
- filo di velluto o ciuffo di pelo in vari filati naturali o più sovente sintetici. I fili vengono da alcune migliaia di bobine poste sulla cantra dietro il telaio. Questa tessitura si ottiene con diversi tipi di telai, oggi la più diffusa e quella così detta a doppia pezza che permette di realizzare un tessuto composto da due tappeti uniti sovrapposti che vengono poi tagliati a metà del pelo per ottenere i due singoli tappeti. Uno speciale tipo di telaio permette la tessitura di tappeti con tutta la superficie tipo riccio o parte in riccio e parte in velluto. Questi tappeti si chiamano “ Sisal look” perché ricordano i tappeti in sisal.
Nella tessitura wilton il filato non utilizzato corre sotto la trama nella parte inferiore della tessitura e viene detto floscio, i telai moderni detti “ incorporati” inglobano con doppie trame il floscio rendendo uguale il fondo sia del tappeto superiore che di quello inferiore.
In questo tipo di telaio, sviluppato a partire dal 1700 e continuamente migliorato, la creazione del disegno é assicurata da un sistema “jacquard” che serve a portare il filo del giusto colore nel punto giusto di modo che l’insieme dei fili colorati crei il disegno voluto. Una volta si partiva dalla “messa in carta” ossia dalla trasposizione del disegno su carta quadrettata dove ogni forma e colore era trasformata in punti colorati, quindi i si procedeva a stampare dei cartoni forati che rappresentavano una fila di punti o “duite” , poi i cartoni passando attraverso un sistema di lettura meccanico in corrispondenza dei fori azionavano un sistema per portare il filo del colore voluto in quel preciso punto. Oggi il sistema “jacquard “ dei moderni telai è computerizzato. Ovvero un sistema elettro-meccanico legge il file e comanda il meccanismo che muove i filati di diverso colore nella giusta posizione. I telai moderni lavorano a 6 o 8 colori.
Axminster: tipo di tessitura meccanica che permette l’utilizzo di parecchi colori ora usata per lo più per produrre moquette a disegno, si differenzia dal wilton perchè i ciuffi di pelo vengono inseriti già tagliati nelle tessitura.
Tufting : consiste nell’infilare un filo in un supporto o canovaccio creando un occhiello per fissare i fili si usa poi una spalmatura di lattice sul retro del supporto. Se si tagliano poi gli occhielli si ottiene un velluto. Questo tecnica viene usata per produrre moquette unite e nella versione stampata, passatoie e tappeti per bambini.
Finitura: Dopo la tessitura i tappeti vengono finiti con un appretto sul retro per fissare i punti e dare più resistenza, poi tagliati e orlati sui lati, mentre le teste possono essere orlate o ripiegate o frangiate.
TAPPETI FATTI A MANO:
Tessuti su telai verticali o più sovente orizzontali, sono composti dagli orditi tesi sul telaio e dalle trame inserite a mano o per mezzo di una spola o navetta con una tessitura tipo “ tela”.
Con questo tipo di tessitura si realizzano i vari tipi di stuoie con i più diversi filati naturali e la forma sicuramente più evoluta di questo tipo di tessitura sono i Kilim, tappeti senza pelo, di origine antichissima, usati un tempo come tappeti nelle tende nomadi, come coperte o teli per coprire merci e scoperti dal pubblico occidentale negli anni 1970-‘80.
Annodati su telai in genere verticali, il filato viene legato con un nodo alle trame, generalmente fatti in filati nobili tipo lana, seta etc. la loro preziosità deriva dalla finezza di tessitura ovvero dal numero di nodi inseriti a m2.